Pregare insieme per dare inizio al nuovo anno pastorale
La comunità della Parrocchia della Sacra Famiglia in Cassino ha avuto la gioia di dare inizio solenne al nuovo anno pastorale con la presenza del Vescovo diocesano, Mons. Gerardo Antonazzo, venuto a celebrare l’Eucarestia, su richiesta del Parroco Don Salvatore Brunetti, per pregare insieme. Si capisce, è l’ultima nata tra le parrocchie della Diocesi, non ha ancora due anni e usufruisce di un luogo di culto temporaneo perché la nuova chiesa è in costruzione. Ma è proprio la determinazione del Vescovo, che a suo tempo ha insistito sulla maggiore importanza delle pietre vive rispetto a quelle materiali, che ha ottenuto, grazie al lavoro del Parroco, che si formasse la comunità di persone e crescesse non solo come numero ma soprattutto come comunione, per essere pronta a riempire di persone e di iniziative, di vita cristiana, insomma, le nuove strutture appena saranno pronte. E dunque si comprende bene la presenza premurosa del Pastore in mezzo a questo gruppo che si sta dimostrando unito e affezionato alla identità nascente della sua Parrocchia, a cui sta dando un volto, anche se non può avere ancora regolari corsi di catechesi, non celebra ancora i Sacramenti dell’iniziazione cristiana né i matrimoni e neppure i funerali. Ma è una comunità fedele e compatta, che cresce nella fede ed è contenta di ritrovarsi puntuale alle celebrazioni.
“Non uno è andato via, di quel primo gruppo, tutti sono rimasti a partecipare qui, nella Sacra Famiglia” ha detto Don Salvatore Brunetti alla fine della celebrazione, nel ringraziare il Vescovo Gerardo per la sua presenza, segno di una sollecitudine paterna che rincuora e stimola.
Dal canto suo, il Vescovo ha parlato del cammino organico che si sta svolgendo in Diocesi, dove continua ad essere priorità l’attenzione pastorale alla famiglia. Nell’omelia ha saputo efficacemente applicare la Parola di Dio appena proclamata alla situazione concreta e reale dei presenti. Ricordando il capitolo 5 del profeta Isaia e vari salmi in cui si parla di Israele come “vigna” che il Signore cura con amore, e paragonandoli con la pagina di Vangelo del giorno (Mt 20, 1-16), la parabola della vigna e dei lavoratori a giornata, ha interpretato la vigna come popolo di Dio, comunità cristiana, Parrocchia. Il padrone della vigna ha bisogno di lavoratori a cui promette la giusta ricompensa. Questi operai, ha detto, oggi siamo noi, che dobbiamo costruire la comunità cristiana. Dio non esclude nessuno, chiama a tutte le ore e chiama tutti, dà fiducia a ciascuno. Può essere chiamata la parabola della responsabilità e del coinvolgimento. Ognuno può fare qualcosa per la comunità secondo le sue capacità, e nessuno si deve sentire esentato e “stare tutto il giorno senza fare niente”. La vita della Parrocchia dipende da tutti e da ciascuno, tutti sono chiamati all’impegno. Infine ha osservato che accade spesso che, una volta che ci si è impegnati, si è presi dalla tentazione di darsi da soli la ricompensa per protagonismo e quasi si pretende la gratificazione, il riconoscimento, ma “questo salario” non viene dal Signore, dimentica la gratuità. Volere la ricompensa rovina tutto quello che si è fatto. In un’altra parabola, infatti, Gesù suggerisce, dopo aver fatto quello che dovevamo, di riconoscerci “servi inutili”. E’ bello, ha concluso, se ogni cosa che ciascuno di noi può fare la affida al Signore, e il Signore darà la sua ricompensa.
Al termine della celebrazione, Don Salvatore ha ringraziato il Vescovo, poi ha voluto presentare alla comunità, prendendolo di sorpresa, il seminarista suo conterraneo Marcello Di Camillo che il 29 ottobre prossimo sarà ordinato diacono, invitando i presenti a partecipare al rito. Un grande applauso ha accolto questo annuncio, avvalorato dalla spiegazione che da S. Pietro Infine provengono ben cinque sacerdoti diocesani, di cui Don Salvatore è l’ultimo ed ora, dopo ben 39 anni, potrà passare il testimone ad un nuovo Sacerdote di S. Pietro Infine. Dopo la benedizione finale, molti si sono intrattenuti a salutare il Vescovo e a fare gli auguri a Marcello, in un’atmosfera davvero familiare.
Adriana Letta