Negli incontri con i Consigli parrocchiali Mons. Antonazzo invita a ravvivare la spinta evangelizzatrice e a sperimentare vie nuove per l’evangelizzazione nei mutati contesti socio-culturali che attendono risposte
Continua la partecipazione capillare del Vescovo Mons. Gerardo Antonazzo ai Consigli parrocchiali, al fine di prendere contatto diretto con le varie realtà della vasta Diocesi, perché, come ha detto sere fa, non è la stessa cosa leggere elenchi di nomi e incontrare le persone, i volti, le storie e le situazioni reali. Dunque, spinto dall’ansia pastorale, continua infaticabile il suo percorso, in cui ascolta e osserva, pronto a recepire quanto si vive, ma ancor più si impegna a stimolare, a far riflettere, a proporre angolazioni diverse, fa sentire forte l’istanza di una “conversione pastorale”, che con gradualità porti le persone dalla semplice collaborazione alla corresponsabilità perché si arrivi alla comunione, che “è quella che fa la Chiesa”, perché la vera e principale missione della Chiesa è di evangelizzare se stessa e gli altri.
E riprende le parole pronunciate da Papa Francesco a Cesena lo scorso 1° ottobre, su cui sta basando questi incontri: «L’evangelizzazione è più efficace quando è attuata con unità di intenti e con una collaborazione sincera tra le diverse realtà ecclesiali e tra i diversi soggetti pastorali, che trovano nel Vescovo il sicuro punto di riferimento e di coesione. Corresponsabilità è una parola-chiave, sia per portare avanti il lavoro comune nei campi della catechesi, dell’educazione cattolica, della promozione umana e della carità; sia nella ricerca coraggiosa, davanti alle sfide pastorali e sociali, di forme nuove di cooperazione e presenza ecclesiale sul territorio. E’ già una efficace testimonianza di fede il fatto stesso di vedere una Chiesa che si sforza di camminare nella fraternità e nell’unità. Se non c’è questo, le altre cose non servono».
Anche nella Parrocchia di S. Pietro Apostolo in Cassino, c’è stato l’incontro dei Consigli parrocchiali con il Vescovo, lo scorso 6 dicembre. Il Parroco, Mons. Fortunato Tamburini, ha presentato la realtà parrocchiale, ancor oggi, dopo tanti anni, fortemente influenzata dal carisma salesiano per essere stata retta dai Salesiani per circa venti anni, ha illustrato le molteplici attività e iniziative che si svolgono, non solo la catechesi, articolata per gruppi di preparazione al Sacramento della Comunione e della Cresima, ma anche teatro, musica, sport, attività di Oratorio e quant’altro. Ne è scaturito un confronto sulle difficoltà e sui problemi che in questa parrocchia, come in tutte le altre, si incontrano. E su questo si è innestato il discorso del Vescovo Gerardo ed il suo invito a considerare l’opportunità di cercare e sperimentare, accanto alle attività abituali consolidate, nuove vie di evangelizzazione per raggiungere i ragazzi, i giovani, le famiglie, per dare risposte adeguate alle esigenze nuove di oggi.
All’inizio è stata letta la preghiera di Papa Francesco alla Santa Famiglia di Nazaret. Provate a sostituire la parola “famiglia” con la parola “parrocchia”, ha detto il Vescovo, vedrete che viene benissimo un programma di vita parrocchiale. Di fronte ai comprensibili timori, ha rassicurato: la Chiesa è un progetto di Dio, un progetto da compiere, quindi non esiste una comunità ideale, ma un ideale di comunità a cui dobbiamo tutti tendere.
Per scongiurare il pericolo sempre presente di chiudersi e di diventare autoreferenziali, il Vescovo Gerardo ha ricordato con forza che il Consiglio parrocchiale, sia pastorale che economico, rappresenta e deve rappresentare tutta la comunità cristiana, non solo le persone che vanno a messa la domenica. Il Consiglio parrocchiale si occupa principalmente della evangelizzazione del territorio, perciò deve raccogliere le sfide pastorali, sociali e culturali e cercare forme nuove di evangelizzazione e di presenza della Chiesa sul territorio, come appunto indica Papa Francesco. Se non si evangelizza non c’è più chiesa. Pensiamo a tutta la zona dell’Asia minore che fu evangelizzata da S. Paolo: oggi non ha più niente di cristiano! Domani che sarà di questo nostro territorio? E’ vero che nelle nostre popolazioni ancora resiste il concetto del “precetto della domenica”, ma quanto durerà domani? La spinta evangelizzatrice è piuttosto bassa, sembra che si tenda semplicemente a conservare quello che c’è.
E invece è necessario cogliere i segnali delle trasformazioni che non ci aspettiamo. Vedere, per leggere la situazione reale, giudicare, per discernere il da farsi, agire, prendere iniziative, rinnovarsi nell’evangelizzazione. Questo non significa, rassicura il Vescovo, togliere tutto quello che si fa, ma cominciare anche percorsi nuovi, più adatti ai tempi, cominciando con piccoli numeri. Per questo dobbiamo entrare di più nelle relazioni, non “subire” gli schemi passati, ma fare “manutenzione”, fare discernimento pastorale comunitario per continuare ciò che già c’è ma anche per innovare. Gli incontri di preparazione al matrimonio (che sembra più il sacramento della “divisione” che della “unione”!…) vanno ripensati, va curata molto prima un’educazione all’affettività e alla famiglia. Occorre coinvolgere i genitori dei ragazzi della catechesi, ricordando che i primi educatori alla fede sono i genitori, dovrebbero essere loro a capire e giudicare se il figlio è idoneo al Sacramento che chiedono.
Insomma, il Consiglio pastorale parrocchiale deve diventare un laboratorio di confronto e di riflessione, per essere “corresponsabili sia nel portare avanti le attività normali della parrocchia, sia nel ricercare nuove strade da percorrere, per dare nuove possibili risposte”. Il Vescovo Gerardo ci sta dando la sveglia, ci indica la strada tracciata con chiarezza da Papa Francesco e ci sprona a riflettere, innovare, sperimentare. Ne va di mezzo il futuro nostro, del nostro territorio e della nostra chiesa.
Adriana Letta
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