Romolo Compagnone nasce ad Arce il 22 maggio 1908 da Eleuterio ed Antonio Compagnone. Appena adolescente decide di entrare nel collegio degli aspiranti carmelitani a Montevirginio, frequentando in seguito il ginnasio nel liceo di Montecompatri. Il 19 aprile 1923 veste l’abito religioso a Montevirginio, dove professa il 25 maggio dell’anno successivo cambiando il nome di battesimo in quello di frate Enrico di Santa Teresa. Negli anni 1924-27 compie con profitto il corso filosofico a Caprarola tanto da essere scelto come uno dei primi studenti del Collegio Internazionale. Qui fr. Enrico compie il quinquennio teologico (1926-1931), fa la sua consacrazione definitiva (29 giugno 1929) e riceve l’ordinazione sacerdotale (20 settembre 1930). Nel 1931 inizia l’insegnamento nel Collegio Internazionale e nello stesso tempo frequenta l’Angelicum dove nel 1933 consegue con il massimo dei voti la laurea in Teologia. Il suo insegnamento agli studenti del Collegio, definito profondo nella dottrina e chiaro nell’esposizione, suscita ammirazione nei confratelli e notorietà presso le autorità ecclesiastiche romane. Non tardarono ad arrivare così importanti ruoli: il 28 marzo 1939 viene nominato esaminatore del clero romano; il 30 novembre successivo teologo aggiunto della Dataria Apostolica ed il 21 giugno 1951 qualificatore del Santo Uffizio. Ma molto tempo prima dalla stessa sua Congregazione carmelitana era stato chiamato a far parte della commissione teologica che doveva preparare la costituzione “Munificentissimus Deus” per la solenne proclamazione del dogma dell’Assunzione. Il 10 marzo 1953, mentre era intento a compiere l’ufficio di visitatore apostolico della Congregazione dell’Oratorio di S. Filippo, gli giunge la nomina di vescovo della Diocesi di Anagni. Il 12 aprile successivo viene consacrato a Roma nella basilica di Santa Teresa da S.Em.za il card. Adeodato Piazza OCD. Fa il solenne ingresso in Diocesi il 3 maggio e vi esercita il ministero episcopale per diciannove anni, profondendovi le migliori energie della sua mente e del suo cuore e facendo emergere il suo talento organizzativo di cui lasciò segni indelebili nel Santuario di Vallepietra, nella colonia estiva di Mondragone e nel restauro della bella e vetusta Cattedrale. Il 9 marzo 1972 Paolo VI lo chiama a reggere la Diocesi di Sezze, da poco ristrutturata nel suo assetto territoriale e comprendente le vaste città di Latina, Terracina, Sezze e Priverno. Anche qui lavorò alacremente ma ebbe a soffrire per alcuni ingiusti addebiti che lo portarono ad alcune vertenze giudiziarie che solo qualche mese prima della morte lo riconobbero completamente innocente.
Il 24 febbraio 1984 lasciava la Diocesi per raggiunti limiti d’età e si ritirava come umile religioso nel convento carmelitano di S. Teresa in Panfilo, dove sorella morte lo coglieva la sera del 20 aprile 1989, mentre si accingeva a raggiungere i suoi confratelli nel refettorio di comunità.
Per capire la grandezza d’animo di questo religioso, innalzato alla dignità episcopale, il suo amore alla vocazione carmelitana, il segreto della sua intensa vita interiore e della sua ascesi, l’amore ai suoi sacerdoti e la sollecitudine pastorale verso il gregge affidatogli, bisogna leggere attentamente il suo testamento autobiografico di cui una copia si conserva gelosamente nell’Archivio della Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi. È stato anche uno scrittore prolifero dando alle stampe diciassette volumi di carattere teologico.
Fonti:
Onorio Di Ruzza, Quattro secoli di cultura. Profili bio-bibliografici degli scrittori e artisti della Provincia Romana dei Carmelitani Scalzi (1597-1997), Roma, 1996, pp.90-92.
Lucio Meglio