La gioia nei volti dei detenuti
È un appuntamento, ormai, atteso e desiderato, quello che vede i detenuti della Casa Circondariale di Cassino accogliere il Vescovo diocesano Gerardo Antonazzo che va a trovarli in prossimità del Natale per fare gli auguri e dare a ciascuno un piccolo dono. Il 18 dicembre, puntuale alle 14,30 il Vescovo con don Cristian Di Silvio, mentre ad attenderlo erano, oltre che il personale del carcere, tra cui don Luigi D’Elia, ex cappellano ora volontario, la direttrice e gli operatori della Caritas, sempre molto attiva e presente nelle iniziative a favore dei detenuti, alcuni docenti tra cui Maurizio Lauri, dei corsi di lavorazione dei metalli.
In ogni corridoio il Vescovo è entrato, ad ogni cella e detenuto ha consegnato un pacco-dono, accuratamente preparato dalla Caritas, oltre il classico panettone ed altri elementi necessari per il vivere quotidiano, anche il calendario della Basilica Santuario della Madonna di Canneto, inviato anche quest’anno dal rettore don Antonio Molle. Ma la cosa più importante è stata la cordialità affettuosa e affabile con cui il vescovo Gerardo Antonazzo li ha salutati dando la mano, una pacca sulle spalle, un sorriso, una parola scherzosa anche. Come un papà affettuoso che sa dimostrare la sua vicinanza a chi ha sbagliato e deve pagare quel che è giusto, ma che è pur sempre una persona che soffre nel sentirsi ristretta e lontana dalle persone care, una persona che va aiutata, accompagnata a recuperare e ricostruire in positivo la sua vita. I detenuti hanno, tutti mostrato grande affetto al Vescovo, lo si capiva dai loro sguardi e dal desiderio di mostrare al Vescovo qualcosa di buono che hanno fatto o sanno fare, un veliero costruito con stecchini e pezzetti di magliette trasformate in vele, una canzone composta, suonata e cantata con tutta l’anima.
Sono stati momenti toccanti davvero e che fanno riflettere e sentire che l’umanità che è in tutti, sa anche riemergere al momento giusto in chi l’aveva magari calpestata. Proprio questo, in fin dei conti, è il compito del carcere, aiutare i rei a prendere coscienza dell’errore commesso e ricominciare una vita nuova, improntata a valori alti. A maggior ragione è il compito e la missione di un cristiano e ancor più di un Vescovo, “padre comprensivo” che indica con chiarezza e fermezza la via da seguire, ma con l’amore di chi vuole il bene dei figli. E i figli lo capiscono! E allora, aumenta il valore dell’augurio fatto dal Vescovo, che questo Natale ci aiuti a ritrovare la nostra anima interiore e sia un lieto Natale, nell’intimo di ognuno più che in superficie.
Adriana Letta