A Cassino il Vescovo Antonazzo dedica un’intera mattinata ai malati dell’Ospedale Santa Scolastica e della Casa di Cura San Raffaele
In vista del Natale il Vescovo, Gerardo Antonazzo, visita i malati ed il personale medico-sanitario portando a tutti parole di incoraggiamento e speranza, portando il sorriso anche là dove spesso sembra non esserci alcuno spazio per sorridere. La sua visita a Cassino, venerdì 14 dicembre, ha preso inizio dall’Ospedale Santa Scolastica dove, accolto dal cappellano Don Mario Colella e dal personale medico, dal Direttore sanitario Dott. Mario Fabi e da vari Primari, è stato accompagnato a visitare alcuni reparti: da Ginecologia, con il Nido dei neonati, a Pediatria, Ortopedia, Medicina.
Impossibile visitarli tutti ma, essendo il Natale la celebrazione di una Nascita, è stato come un inno alla vita, che nasce, cresce, ha bisogno di sostegno e aiuto ad ogni passo, per cui anche coloro che si dedicano a curare le persone, sono dono prezioso proprio perché si prendono cura della vita, del suo sbocciare, del suo accrescimento e consolidamento. Percorrendo i lunghi corridoi, il Vescovo ha avuto modo di ascoltare medici e paramedici e capire situazioni spesso problematiche che rendono difficile il lavoro quotidiano. Entrando nelle stanze, Mons. Gerardo si è accostato col sorriso e con affetto paterno ai pazienti ricoverati e ai loro familiari, anche con toni a tratti scherzosi, per alleggerire un po’ le situazioni difficili che incontrava. A tal punto che un bambino gli ha detto: “Ma tu non sei mai in chiesa!”, Allora prontamente gli ha risposto: “Ieri sera ero qui a Cassino nella chiesa di san Giovanni per la festa di S. Lucia!”. Neanche a farlo apposta, proprio la parrocchia del bambino! E allora: “Vedi?, tu non c’eri, io sì!”. Quasi un simpatico siparietto.
Al termine di questo percorso, il Vescovo, sempre accompagnato da medici a cui si era aggiunto il Sindaco Carlo Maria D’Alessandro, è arrivato nell’atrio c’era una esposizione di presepi artigianali in gesso e polistirolo organizzata dall’Associazione “Volontari di Sicurezza” sez. di Cassino. Ben nove di tali presepi erano stati realizzati da detenuti della Casa Circondariale di Cassino, due dei quali erano presenti, accompagnati dal personale dell’Istituto e dalla Caritas, che aveva promosso il Corso di arte presepiale nella Casa Circondariale.
Infine, nella cappella dell’ospedale, il vescovo Antonazzo ha dedicato al personale medico-sanitario un momento di riflessione e di preghiera. Citando il salmo “Venite a me che vi darò ristoro“, ha fatto notare che questo ristoro che il Signore dona nell’anima, nel cuore, nei desideri e nelle fatiche, è consolazione che permette al nostro mondo interiore di trovare sostegno e luce. Di questo invito, ha detto, anche voi siete parte, perché anche voi avete una missione di prossimità alla fragilità, e di impegno e di missione a ristorare queste persone quanto più possibile umanamente, scientificamente, professionalmente ma anche vocazionalmente, per restituire loto un senso di miglioramento integrale della persona, che si senta fortificata e consolata. Il Natale è l’incontro tra l’umano e il divino: Dio la sua parte la fa sempre e non perde mai di vista l’uomo, auguriamoci che anche noi non perdiamo di vista Dio e possiamo essere presenti lì dove Dio ci vuole e rispondere a quello che ci chiede.
Vi auguro buon Natale, ha concluso, un Natale esigente, non qualcosa di passeggero né leggero ma impegnativo, che ci migliora anche attraverso le celebrazioni a cui parteciperemo come un momento di ristoro anche per noi, che dobbiamo essere ristorati per poter poi dare agli altri. Ha poi impartito la benedizione a tutti i presenti.
L’altro momento di visita e di incontro è stato presso la Casa di Cura San Raffaele di Cassino. Anche lì il Vescovo Antonazzo ha incontrato i responsabili ed il Cappellano, Don Fabrizio Tricone, e ha visitato i pazienti, entrando nelle due palestre di riabilitazione e fisioterapia, parlando con medici, operatori sanitari e ricoverati, infondendo in tutti fiducia, speranza e fortezza. Poi è passato all’Hospice, luogo di sofferenza, dove con delicatezza, quasi in punta di piedi, ha parlato con i ricoverati, ove possibile, e con il personale. In un momento di grande tensione spirituale, ha spiegato al gruppo di medici e infermieri che si erano radunati, che ogni volta che si compie bene il proprio dovere di cura, con competenza ma anche con rispetto e amore, quello che si fa ad ogni singola persona, non fa bene solo a quella persona, ma migliora l’universo umano. Non ce ne rendiamo conto, eppure il bene fatto al singolo, misteriosamente ma realmente fa bene a tutta l’umanità, così come il male che si compie sulla singola persona si riverbera negativamente su tutti, anche se su questa terra non lo sapremo mai, ma è così. Questo certamente aiuta a non scoraggiarsi di fronte alle difficoltà e deve restare nel cuore per continuare a infondere coraggio e tenacia nel compiere un lavoro tanto difficile e delicato. La benedizione ha concluso l’incontro, seguito da uno scambio di auguri cordiale e sincero.