Visita missionaria in Burundi

Una domenica in una delle parrocchie della Diocesi di Rutana in Burundi

Una delegazione guidata da don Pasqualino Porretta, ha visitato la diocesi di Rutana in Burundi. Tanti gli aiuti possibili grazie ai soldi raccolti anche con il supporto della Caritas, per donare otto computer al seminario minore di Rutana, che ospita circa 178 ragazzi, al centro medico sono state donate medicine e soldi per l’acquisto di un computer, un frigorifero e anche un piccolo appezzamento di terreno per una persona in estremo bisogno; presso l’ospedale di Kayogoro sono state donate medicine e pagati gli stipendi per un mese. Per il prossimo anno la diocesi di Sora costruirà una casa per ospitare tutte le persone che da Sora vorranno partire in missione per Rutana. Secondo gli accordi presi dai vescovi Gerardo Antonazzo e Bonaventure Nahimana, l’edificio sorgerà su un terreno della diocesi africana ma sarà di proprietà della diocesi sorana.

Il vescovo Mons. Bonaventure, in occasione della Giornata mondiale della Povertà, ha deciso di passare con la delegazione una splendida domenica all’insegna della festa, una festa di pace e di giustizia, perché fino a qualche anno fa la giustizia era solo per pochi eletti e la pace non abitava in nessuna casa. Una vera e propria marcia le strade della cittadina, Rutana, per una pace che conceda tranquillità in un paese che, se pur povero, almeno è fiero di aver riconquistato un mimino di serenità sociale e soprattutto vede crescere giovani che pensano allo studio e al lavoro.

La celebrazione eucaristica domenicale è stata animata, con canti e balli che l’hanno resa festante e partecipata nonostante una vera bufera di acqua e vento che solo queste latitudini ti sanno offrire. Tanta gente in chiesa altrettanti fuori, nessuno ha voluto abbandonare la festa che è diventata una vera foresta i ombrelli colorati che tentavano di coprire uomini donne e bambini che hanno continuato a festeggiare anche se completamente bagnati. L’acqua per loro è vita, è terra bagnata che farà crescere il riso, il sorgo, il banano, e l’erba per i loro animali.

Le parole di mons. Nahimana hanno richiamato a tutti la vera natura della festa. La pace è un atto da vivere ogni momento, nell’interno della famiglia come sul posto del lavoro perché il conflitto fra le persone rende tutti più deboli e più esposti alla povertà. Tutto ciò può essere realizzato con piccoli gesti, con azioni condivise e realizzate nella propria comunità e Il Vescovo ha indicato in Gesù, l’unico faro per essere fortificati nella fede e per poter essere sempre all’altezza di un confronto che veda un unico risultato: l’incontro fra uomini per una pace duratura. Anche la giustizia ha una sua ragione di esistere in questi luoghi, il momento più alto di civiltà in un paese ancora alla ricerca di stabilità economica, dove i giovani lasciano la terra che fino ad ora ha dato loro sostentamento per spostarsi nelle cittadine più grandi alla ricerca di un lavoro che non si trova.

Questo paese deve affrontare molte dispute sociale, ed una giustizia misericordiosa aprirebbe tante strade alla riconciliazione fra i popoli. Va in tale direzione la frase di Papa Francesco che ci ricordo: «il vero povero è chi non ha misericordia». Certo è difficile pensare a progredire e a guardare con fiducia una terra che, invece, trasmette sensazioni ed immagini di povertà e dove non si riesce a pianificare un futuro di sviluppo.

Noi dobbiamo continuare a lavorare per loro, ma principalmente, con loro, provando ad aiutarli a realizzare quei piccoli progetti che possano far aumentare la speranza di credere in un paese che di prospettive e risorse ne ha veramente tante.

Augusto Vinciguerra

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