Quale ricchezza e fascino si nascondono nel vino, tanto che per i cristiani, il vino diventa sangue di Cristo? E’ stato questo il tema che ha accompagnato l’evento Spirito Di-Vino tenutosi lo scorso sabato 30 novembre ad Isola del Liri presso la sala parrocchiale attigua alla chiesa di San Carlo. L’appuntamento, organizzato dall’equipe adulti-giovani dell’Azione Cattolica e riservato a persone dai trent’anni in su, è stato presieduto dal sommelier Valerio Morfino, il quale ha introdotto i partecipanti alla cultura del vino guidando loro nella degustazione di vini di qualità del Lazio. Tra i pianificatori e direttori dello Spirito Di-Vino un ringraziamento particolare va a Riccardo Petricca, Piercarlo Gugliotta e Maria Salvatore, i quali hanno provveduto a curare per intero l’organizzazione dell’evento in tutti i suoi aspetti. L’incontro ha avuto inizio intorno alle 17.00 : i tavoli apparecchiati erano disposti a semicerchio ed ogni convitato ha preso posto. Dopo un breve momento di accoglienza la parola è stata lasciata a don Giovanni De Ciantis, il quale introducendo i partecipanti nel vivo dell’evento ha focalizzato l’attenzione sul bellissimo brano del Vangelo secondo Giovanni: le nozze di Cana. La trasmutazione dell’acqua in vino, conosciuto anche come miracolo delle nozze di Cana, e’ il primo miracolo di Gesù, compiuto durante un matrimonio a Cana di Galilea. Gesù, cambiando l’acqua in vino, ha manifestato la sua divinità, la sua gloria, si è rivelato come il Messia, lo Sposo delle nozze, l’instauratore di una nuova alleanza. Egli versa il vino nuovo, il buon vino “tenuto in serbo fino a questo momento”, cioè riservato da Dio per gli ultimi tempi, nelle giare dell’ebraismo, ormai non più in grado di purificare. Per la sua abbondanza e la sua qualità, questo vino e’ l’immagine del dono di Dio e del rinnovamento di tutte le cose nel Cristo. Maria ha un posto a parte: stando vicina a suo figlio, essa indica e apre agli uomini, attraverso la sua fede, la sua obbedienza e il suo abbandono, le nuove vie della vita. L’accenno al “terzo giorno”, il riferimento all’ “Ora” che ” non è ancora venuta”, il simbolismo stesso, costringono a leggere questo racconto nella prospettiva dell’ora del sacrifico del Cristo. Sarà allora infatti che il segno si chiarirà alla luce della realtà; le nozze del villaggio di Cana faranno posto alle nozze dell’Agnello immolato e alla sua resurrezione il terzo giorno; la fede nascente dei primi discepoli alla fede pasquale della Chiesa; la Madre di Gesù sarà consacrata per sempre, dalla parola di suo figlio, Madre di tutti i suoi discepoli. La realtà di questo mistero noi la viviamo, ora, nella Chiesa. Nelle nozze di Cana, l’acqua diventa ottimo vino ed è segno della gioia che il regno di Dio porta con se’. Gesù da’ inizio definitivo a questo regno offrendo il vino che è il suo sangue versato per noi e che ci unisce a Lui in un’alleanza eterna. Acqua e vino sono simboli del Battesimo e dell’Eucarestia, i due “grandi” sacramenti nati dalla morte e risurrezione di Gesù; il dono dello Spirito invocato sul vino lo trasforma nel sangue di Gesù, che ci purifica da ogni peccato e ci dona la gioia della comunione con Lui. Dopo la spiegazione, don Giovanni ha invitato a recitare una preghiera tutti insieme, dopodiché la parola è passata al sommelier Valerio Morfino. Partendo dalle origini del vino, talmente antiche da affondare nella leggenda, il sommelier ha proposto un breve excursus storico, culturale e sociologico dell’utilizzo di questa bevanda. Successivamente ha illustrato le caratteristiche della pianta da cui esso ha origine: la vite. Ha spiegato alcune pratiche della moderna viticoltura, il ciclo biologico della vite, l’origine della vinificazione e il processo di macerazione. Passando alla degustazione, è stato osservato come un buon vino sia il risultato dell’armonia fra una larga gamma di componenti. La degustazione di un vino comincia osservando in tutti i suoi dettagli la bottiglia: le informazioni sull’etichetta, il colore e lo spessore del vetro della bottiglia e il suo grado di riempimento possono raccontare molte cose sul prezioso contenuto che in essa viene conservato. Importante è anche la verifica della qualità del tappo che deve presentarsi privo di odori sgradevoli e ancora elastico. Una volta versato il vino nel bicchiere si è passati alla valutazione delle caratteristiche organolettiche: aspetto, aroma e gusto. Il sommelier ha analizzato i vini in base alla limpidezza, al colore, alla fluidità, al grado di effervescenza. Ha spiegato che l’aroma può essere a base di fiori, frutti freschi e secchi, erbe aromatiche, legno, ma anche pane tostato o cacao. Le sensazioni gustative dovute al sapore vero e proprio sono solo quattro: il dolce, l’amaro, il salato e l’acido; tali sensazioni vengono percepite in punti diversi della lingua. Concludendo, un vino viene esaminato secondo queste principali caratteristiche: acidità, amabilità, armonia, alcool, età, corpo, morbidezza, persistenza e tannicità. La degustazione dei vini bianchi e rossi, offerti gentilmente da Cantina Poggio alla Meta e Cantina Villa Gianna, è stata accompagnata da un formaggio fresco di pecora, offerto gentilmente dall’Azienda agricola della famiglia Pacitti e da altre delizie preparate da Alessandro Masci del Caffè Masci. Un ringraziamento va anche alle ragazze di Azione Cattolica le quali hanno prestato il loro servizio ai tavoli. A chiusura dell’evento, Riccardo Petricca ha preso la parola argomentando brevemente l’analogia tra la “sofferenza della vite” e la vita stessa del cristiano, che, tramite la sofferenza, raggiunge la pienezza della gioia in Cristo. Inoltre così come il lievito permette la fermentazione del mosto che diventa vino, allo stesso modo Gesù rappresenta quel lievito per la nostra vita, che, in comunione con Lui genera frutti buoni. Spirito Di-Vino si è concluso poco dopo le 20.00 tra i ringraziamenti e i saluti rivolti allo staff ed ai partecipanti. Auguriamo che l’ottima riuscita di questo primo esperimento possa essere l’inizio di una fattiva prossima collaborazione.
– Angela Taglialatela