Vivere a Colori

 

Poi Dio parlò a Noè e ai suoi figli con lui dicendo:

«Quanto a me, ecco, stabilisco il mio patto con voi,
con i vostri discendenti dopo di voi
e con tutti gli esseri viventi che sono con voi:
uccelli, bestiame e tutti gli animali della terra con voi;
da tutti quelli che sono usciti dall’arca, a tutti gli animali della terra.
Io stabilisco il mio patto con voi;
nessun essere vivente sarà più sterminato dalle acque del diluvio
e non ci sarà più diluvio per distruggere la terra».
Dio disse: «Ecco il segno del patto che io faccio tra me e voi
e tutti gli esseri viventi che sono con voi, per tutte le generazioni future.
Io pongo il mio arco nella nuvola e servirà di segno del patto fra me e la terra.
Avverrà che quando avrò raccolto delle nuvole al di sopra della terra,
l’arco apparirà nelle nuvole;
io mi ricorderò del mio patto fra me e voi e ogni essere vivente di ogni specie,
e le acque non diventeranno più un diluvio per distruggere ogni essere vivente.
L’arco dunque sarà nelle nuvole e io lo guarderò
per ricordarmi del patto perpetuo fra Dio e ogni essere vivente,
di qualunque specie che è sulla terra».
Dio disse a Noè: «Questo è il segno del patto
che io ho stabilito fra me e ogni essere vivente che è sulla terra».
(Genesi 9:8-17)

 

 

Dio stava stabilendo un patto con tutti gli esseri viventi che abitano la terra, promettendo loro che non ci sarebbe mai più stata distruzione tramite un diluvio.

Trovo significativo il fatto che Dio abbia scelto proprio l’arcobaleno come segno del patto. Infatti nell’antichità è molto frequente trovare l’arco come un simbolo bellico mentre in questo caso rappresenta la PACE TRA DIO E L’UOMO.

Afferrare la pluralità di colori significa cominciare noi stessi a VIVERE A COLORI e forse il punto di partenza sta proprio nello stare in pace con Dio, quindi con sè stessi e gli altri.

Dio affermò la sua volontà di utilizzare l’arcobaleno come un “post-it” che gli avrebbe ricordato il suo patto con l’umanità. Dio non dimenticherà il suo patto e, nonostante il peccato dell’uomo non sia oggi meno ripugnante agli occhi di Dio rispetto alla generazione di Noè, nella sua misericordia Egli non distruggerà più l’umanità con il diluvio.

Non si può non cogliere una certa ironia, infatti Dio è onnisciente, non dimentica nulla, quindi non avrebbe certo bisogno di un post-it per ricordarsi del suo patto.

Siamo piuttosto noi esseri umani che ne abbiamo bisogno, siamo noi che guardando l’arcobaleno dovremmo ricordarci che Dio ci sta dando ancora del tempo per riflettere, per ritornare verso di lui, per abbandonare le nostre vie inique.
Continueremo a non curarci di Dio? Continueremo ad approfittare della sua pazienza verso di noi?

“Amo te, niente di più semplice
Amo te, niente in più da chiedere
amo te, niente di più semplice
amo te, niente in più da aggiungere”.

Ha appena finito di piovere.

Un bimbo sta gridando: “Mamma guarda! Ecco l’arcobaleno”.

Sto lì a guardarlo per qualche istante e non posso fare a meno di sperare che quel bimbo con il naso all’insù, un giorno possa guardare l’arcobaleno non solo come un affascinante fenomeno atmosferico, ma come un segno della pazienza e dell’amore di Dio verso di lui.

Angela Taglialatela

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