Si chiama Alessio, o meglio Vu Hoang Quan Alexis, ma Alessio è decisamente più semplice da pronunciare. Viene dal Vietnam e da due anni e mezzo vive a Cassino, dove frequenta il corso di laurea magistrale in Economia e la parrocchia di San Pietro Apostolo. Alessio è stato uno dei tanti volontari della XXXI Giornata Mondiale della Gioventù a Cracovia. Alessio, però, è stato anche uno dei pochi volontari che ha avuto il privilegio di pranzare con Papa Francesco.
L’incontro a cui ha partecipato, e che ormai è diventato una tradizione delle diverse GMG, ha visto riuniti a tavola 13 ragazzi in rappresentanza dei cinque continenti. Con loro, nelle stanze della curia di Cracovia, anche il Cardinale Stanislaw Dziwisz, arcivescovo della città polacca.
«È stato fantastico» racconta Alessio alla Pastorale Digitale «non sembrava davvero un pranzo con il Papa, piuttosto era come stare a tavola con un nonno». «Papa Francesco» aggiunge lo studente vietnamita-cassinate «non si è presentato come uno degli uomini più importanti del mondo, al contrario è stato molto semplice. Con lui abbiamo potuto parlare, ridere, scherzare e anche farci dei selfie».
«Durante il pranzo abbiamo comunicato in italiano e in spagnolo, mentre chi parlava inglese veniva tradotto. Abbiamo rivolto al Santo Padre diversi interrogativi» rivela ancora Alessio «sulla fede e su come bisogna praticarla tra gli amici o in famiglia». «Io personalmente» prosegue «gli ho fatto delle domande sul giorno della sua elezione e gli ho donato un dipinto vietnamita. Il Papa, dal canto suo, prima mi ha ringraziato e poi mi ha anche parlato del suo incontro, di qualche tempo fa, con una delegazione del governo del mio paese».
Il pranzo, riferisce ancora il fortunato volontario, è stato a base dei tipici piatti polacchi, tra pierogi e sernik ed è durato poco più di un’ora, perché il Pontefice doveva prepararsi per la veglia al Campus Misericordiae con i milioni di giovani arrivati da tutto il mondo per incontrarlo.
«È stata senza dubbio un’esperienza unica ed ero talmente emozionato che, ad un certo punto, ho anche dimenticato delle parole in italiano e ho iniziato a parlare un po’ in spagnolo, mescolando le due lingue. Non scorderò mai quel pranzo» conclude Alessio «anche perché penso davvero che non mi ricapiterà mai più nella vita».
Maria Caterina De Blasis