Vedere è molto meno che conoscere. Ma, quando questo termine ha a che fare con Gesù, apre il campo a un’esperienza eccezionale, dalla quale può nascere dell’altro.
Proprio all’inizio del suo vangelo l’evangelista che ci offre questo brano, riferisce la sua esperienza personale. Era con il Battista quando questi, vedendo passare Gesù lo indicò loro come “l’agnello di Dio” che toglie i peccati del mondo. Immediatamente insieme a un altro si misero a seguirlo.
Quando Gesù vedendosi seguito domandò: “Che cosa cercate?”, risposero semplicemente, “Rabbì, dove dimori?”. E Gesù: “Venite e vedrete”. Un invito che sconvolge loro la vita. Infatti, egli stesso testimonia che “andarono…videro e rimasero con lui”.
Anche i Greci saliti a Gerusalemme per il culto, hanno avvertito quello stesso desiderio e lo hanno espresso a uno dei suoi discepoli: “Vogliamo vedere Gesù”. Presa nel verso giusto la domanda suona bene sulla bocca di ogni uomo.
Cosa avrà spinto quei Greci a rivolgersi a Filippo e da dove sarà nato il loro desiderio? Curiosità, voglia di confrontarsi, appagamento di un bisogno, ricerca del sapere? Non lo sapremo mai, ma qualunque sia stata la ragione, la richiesta è interessante, perché dalla visione può nascere un incontro e dall’incontro può derivare tutto.
Non sappiamo se quei Greci gli abbiano parlato; ma a tanti che l’hanno incontrato, allora come nei successivi venti secoli di storia, è successo di rimanerne conquistati.
Pensiamo un po’a noi. Coltiviamo il desiderio di conoscere Gesù sapendo che non si tratta di una conoscenza ricevuta dai libri, che appaga qualche pio desiderio o curiosità dell’ultimo momento?
Gesù sembra snobbare questi suoi “cercatori” e parla d’altro; ma, in effetti, quello che indica è un preciso appuntamento. È l’invito a cercarlo per la via dell’offerta della vita, che solo se si dona la si trova veramente; nella logica del chicco di frumento che per dare frutti deve vedere la sua morte.
Nella mente di Gesù in quel momento c’è il Calvario e su di esso – già innalzata -quella croce dalla quale potrà attirare tutti a sé, in obbedienza alla volontà del Padre che dall’alto lo accredita: “L’ho glorificato e lo glorificherò”.
È proprio lì che anche i Greci, come tutti, potranno recarsi a “vederlo” e contemplare la misura di un amore smisurato che non ha bisogno di parole, ma di vita che si dona nel servizio. Come lui!
Che la Pasqua ormai vicina sia occasione per conoscerlo più a fondo e passare dei momenti insieme a lui, fino a che la nostra vita non s’illumini e il cuore non si scaldi di un amore sempre nuovo e del fascino di una gioia sconosciuta, come frutto di quel fuoco che è venuto a portare sulla terra.
Vuoi vedere Gesù? Cercalo per questa via e scoprirai la sua bellezza!
Don Alberto Mariani