Necessaria una conversione pastorale verso la comunione
Molteplici i momenti importanti della Visita Pastorale del vescovo Gerardo Antonazzo che prosegue nella Zona pastorale di Cassino e tocca l’unità Interparrocchiale di San Pietro Apostolo in Cassino e San Giovanni Battista e Santa Maria della Valle in Sant’Angelo in Theodice . Mercoledì 16 dicembre, nel primo pomeriggio, molto toccante è stata la sosta di preghiera presso il cimitero di S. Angelo in Th., frazione di Cassino, dove il Vescovo, accompagnato da don Maurizio, Don Cristian e don Luigi, ha pregato, visitato e benedetto le tombe. Altrettanto sentita è stata la visita ad alcuni infermi, pochi, ma attraverso di loro il Pastore, non potendo per ovvie ragioni raggiungere i fratelli malati più gravi ricoverati, ha pregato per tutti i sofferenti nel corpo e nello spirito, che vivono una situazione di desolazione incresciosa mai vista prima del Covid-19.
Una visita alla comunità religiosa delle Suore Missionarie della Fede in S. Angelo in Th. ha dato un tocco di internazionalità e di apertura all’incontro, essendo molte di loro straniere. Poi c’è stata la Celebrazione Eucaristica nella chiesa di S. Giovanni Battista, animata dal Coro dell’Azione cattolica. IL vescovo Antonazzo ha fatto riflettere in particolare sul Vangelo (Lc 7,19-23) che riporta la domanda di Giovanni B.: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?». Una domanda “provocatoria” ma benedetta, perché indica una benedetta ricerca. La fede, infatti, non è scontata, è ricerca, è cammino continuo e di fronte alle prove può entrare in crisi e sfociare nel dubbio. Va continuamente verificata e messa alla prova. Alla domanda Gesù non risponde direttamente, ma invita a considerare i segni, le cose udite e viste. Così anche noi dobbiamo riconoscere e seguire i segni che Dio ha posto per noi, la Parola, la preghiera, l’ascolto del magistero, la carità.
Dopo la Messa, conclusa con la Benedizione papale con annessa Indulgenza plenaria, sempre nella chiesa di S. Angelo si è tenuto l’incontro del Pastore con i Consigli pastorali e per gli affari economici delle tre comunità che compongono l’Unità Interparrocchiale. Ha aperto don Cristian con il saluto di benvenuto al Vescovo. Questi, prendendo la parola, in un momento “nobile e di alto profilo pastorale”, ha rivolto un pensiero speciale ai sacerdoti assenti perché costretti in “clausura” dalle restrizioni sanitarie, poi si è soffermato sulla forma pioneristica dell’Unità Interparrocchiale, che unisce insieme tre comunità parrocchiali, con un Consiglio unitario, che è una nuova attuazione. Per edificare la Chiesa bisogna fare comunione, per non rischiare di fare tante isole come un arcipelago. Ci vuole terra di comunità. Bisogna costruire l’unità anche con scelte concrete e reali. Dobbiamo passare da una forma molto burocratica della parrocchia ad una forma pastorale, che dice il senso di appartenenza alla Chiesa di cui facciamo parte, per respirare la vita della Chiesa intera, non della sola parrocchia. Proprio la crisi ci ricorda che la chiesa è comunione, non organizzazione, ed è la crisi che genera la necessaria conversione pastorale verso la comunione.
Adriana Letta